I testi del VBD
Contenuto del ms
Il Vercelli Book contiene 23 testi in prosa e 6 componimenti poetici. Questa la suddivisione dei testi all’interno del ms:
- ff. 1r-9r Omelia sulla Passione
- ff. 9v-12r Omelia sul Giudizio Universale
- ff. 12v-16r Omelia sulle virtù cristiane
- ff. 16v-24v Omelia sulla penitenza
- ff. 25r-29r Omelia sulla nascita di Cristo dal titoloTo middan wintra. Ostende nobis domine
- ff. 29v-52v Andreas
- ff. 52v-54r I Fati degli Apostoli
- ff. 54v-56r Omelia sulla nascita di Cristo intitolata Incipit narrare miracula que facta fuerant ante aduentum saluatoris, domini nostri Iesu Cristi
- ff. 56v-59r Omelia contro i vizi della mollezza e della lussuria
- ff. 59r-61r Omelia sul Giudizio Universale e i tormenti dell’inferno
- ff. 61r-65r Omelia sulla morte e sui simboli dell’inferno
- ff. 65r-71r Omelia sulla penitenza
- ff. 71v.73v Prima delle tre omelie rogazionali, intitolata Spel to forman gangdæge
- ff. 73v-75v Seconda omelia rogazionale, intitolata Spel to ðam oðrum gangdæge
- ff. 75v-76v Terza omelia rogazionale, intitolata Spel to þriddan gangdæge
- ff.76v-80v Omelia sulla necessità del perdono come vero sacrificio gradito a Dio, intitolata Larspel to swylcere tide swa man wile
- ff. 80v-85v Omelia sui sette segni premonitori del Giudizio Universale, intitolata Alia omelia de die iudicii
- ff. 85v-90v Omelia sul battesimo di Gesù e sulla SS Trinità, intitolata Omelia epyffania domini
- ff. 90v-94v Omelia dal titolo De purificatione sancta Maria, un’esegesi del passo del Vangelo secondo Luca che contiene il racconto della presentazione di Gesù al tempio
- ff. 94v-101r Omelia sulla vita di un soldato diventato monaco e vescovo, dal titolo De sancto Martino confessore
- ff. 101v-103v Discorso dell’anima al corpo
- ff. 104r-104v Frammento omiletico I dal titolo Bi manna lease1
- ff. 104v-106r Il Sogno della Croce
- ff. 106v-109v Omelia sul peccato originale e sulla necessità del digiuno
- ff. 109v-112r Omelia sui peccati capitali
- ff. 112r-116v Omelia sull’elemosina come perfezionamento del digiuno, sulle virtù dell’anima, sul sacrificio di Cristo e sulla tentazione della superbia
- ff. 116v-120v Omelia sulle virtù cristiane
- ff. 121r-133v Elena
- ff. 133v-135v Omelia sulla vita di San Guthlac
Ciascuno dei componimenti, sia in prosa sia in versi, è oggetto di studio da parte degli anglosassonisti di tutto il mondo e può vantare numerose edizioni critiche, nonché articoli e studi monografici. Per quanto riguarda i testi in prosa, in particolare, possiamo citare la recente edizione a cura di D.G. Scragg2. Per quanto spesso gli studi dei testi in prosa siano meno numerosi rispetto ai componimenti poetici, non bisogna dimenticare il fatto che ben 11 delle 23 omelie sono attestate unicamente nel Vercelli Book, e costituiscono pertanto un documento linguistico e culturale preziosissimo.
La codifica dei testi del Vercelli Book
Per raggiungere l’obiettivo di una presentazione dei testi flessibile ed efficace, e al tempo stesso per garantire la massima interscambiabilità e longevità dei testi in formato elettronico, si è deciso di convertire i documenti del Vercelli Book nel formato stabilito dalla TEI (Text Encoding Initiative), secondo le regole formalizzate nella recente versione TEI P4. I file XML che contengono i testi possono essere utilizzati direttamente, ad esempio come base per effettuare ricerche complesse utilizzando un motore di ricerca adeguato, oppure trasformati in file HTML per poterli visualizzare per mezzo di un qualsiasi navigatore web.
Le norme TEI
Il Consorzio TEI (Text Encoding Initiative) nasce nel 2000 come organizzazione scientifica non a scopo di lucro, ma lo standard TEI risale a molto tempo prima: nel 1987 gli studiosi di informatica umanistica che partecipano a un convegno presso l’Università di New York si trovano d’accordo sull’opportunità di definire uno standard che permetta la creazione e l’interscambio di documenti per mezzo di archivi informatici, da qui la creazione delle prime Guidelines for Electronic Text Encoding and Interchange grazie al contributo di studiosi di molte università americane ed europee, formalizzate come TEI P1 nel giugno 1990. Attualmente le norme TEI sono disponibili al pubblico nella versione P4 sul sito del consorzio (http://www.tei-c.org/P4X/), una delle novità più interessanti è la piena compatibilità con il linguaggio XML. Le precedenti versioni dello standard TEI, infatti, avevano come punto di riferimento l’SGML. L’SGML (Standard Generalised Markup Language) viene creato dall’IBM negli anni ’70 con il preciso scopo di permettere la codifica e la trasmissione di testi in formato elettronico in maniera del tutto indipendente dal sistema operativo utilizzato. Per lungo tempo questo linguaggio3 viene usato da grandi organizzazioni che necessitano di creare e mantenere nel tempo vasti insiemi di documentazione complessa, citiamo ad esempio la manualistica di alcune industrie aeronautiche e la documentazione relativa alle procedure di valutazione e acquisizione di nuovo materiale della Marina USA. Questa relativa oscurità viene meno quando si intravedono i benefici che uno standard di questo tipo può arrecare agli studi umanistici, in particolare per quanto riguarda l’acquisizione di corpora testuali di grandi dimensioni, ma soprattutto per la derivazione dall’SGML di un nuovo linguaggio di descrizione di pagina e collegamenti ipertestuali noto come HTML (Hyper-Text Markup Language): questa nuova creatura, opera dell’ingegno del fisico Tim Berners-Lee attivo nei laboratori del CERN, diventa rapidamente la lingua franca di Internet e permette la nascita e la velocissima diffusione del World Wide Web. In tempi più recenti l’SGML dà origine a un altro linguaggio, l’XML (Extended Markup Language), che ambisce a sostituire sia il ‘genitore’, offrendo caratteristiche simili ma una complessità di gran lunga inferiore, sia il ‘fratellastro’ HTML, del quale permette di superare i limiti intrinseci. Si tratti di SGML o XML, questo tipo di linguaggio, in ogni caso, è detto markup language perché, a differenza della codifica effettuata dai normali elaboratori di testi, permette di “marcare” porzioni del testo in modo da specificarne il contenuto e la funzione. In altre parole, una codifica procedurale, come quella adottata da un elaboratore di testi, si limita a specificare che una parola o una qualsiasi porzione del testo deve essere resa in corsivo; una codifica descrittiva, invece, marca la parola in modo diverso a seconda che si tratti di un termine in una lingua straniera, di un’enfatizzazione decisa dall’autore, del titolo di un’opera letteraria o di altro tipo, di direzioni di scena, etc.; il modo in cui verrà reso questo tipo di markup può essere specificato per mezzo di fogli di stile, ed è del tutto indipendente dal testo codificato. In questo modo è possibile effettuare delle ricerche o elaborare il testo tenendo conto di tutte le caratteristiche introdotte al momento della codifica testuale, e al tempo stesso viene lasciata ampia libertà di scelta per quanto riguarda la resa grafica (su video, ad esempio convertendo un file XML in HTML, o su carta, convertendo lo stesso file in formato PostScript o PDF per una successiva stampa).